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Il Palazzo Giorgi - Roffi Isabelli ha un fascino unico, riconducibile
alla stratificazione delle mode architettoniche, decorative,
agli arredi, ai secoli che convivono inseguendosi in corridoi e
gallerie, assiepandosi nel cortile interno e tra i libri della
biblioteca.
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Facciata Sud Est
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La facciata Sud Est del Palazzo, Giorgi Roffi Isabelli
(denominato anche
PalaGrisa), poggia le proprie
fondamenta sulle mura ciclopiche di
Ferentino. Per venticinque affascinanti metri che ospitano nella parte
interna delle strutture riconducibili al XIII secolo mentre alla
sua base sono stati ricavati due vani di cui si hanno notizie grazie agli appunti e
agli schizzi di Alfonso Giorgi e da una relazione di Filippo
Bono del 1878, in cui si parla di due grandi arcate in pietra
che aprivano su due stanze costruite in epoca romana in
travertino.
Secondo lo studioso Bono si sarebbe trattato di
“Cripte Mortuarie” che potevano anticamente appartenere al
sovrastante grandioso fabbricato, forse di proprietà
di un “soggetto consolare”. Ipotesi avvalorata dal rinvenimento
di rottami di vasi lacrimatori e varie forme di lumicini in
terra cotta verniciati con manico lunato di cui oggi si sono
perse le tracce.
Anche in altri
siti dell’area urbana di Ferentino si osservano strutture in
opera poligonale funzionalmente disposte a costituire
terrazzamento. Di stanze o locali sotterranei però, ad eccezione
di questi di Palazzo Giorgi, non se ne hanno notizia. Osservando
la pianta dell’abitato di Ferentino si nota come il
terrazzamento di Palazzo Giorgi-Roffi Isabelli rientri nel criterio della
distribuzione urbana che si coglie lungo l’asse scandito da Via
Consolare, Piazza Mazzini, Piazza della Catena, Palazzo Giorgi,
la chiesa di S. Ippolito e Via della Fata. Tali
terrazzamenti accompagnano la strada per linee spezzate,
allargandone in maniera grandiosa la base edificabile, anche
fino a ventidue metri.
Tutte le città
cosiddette di Saturno sono abbastanza ricche di bei palazzi
antichi che nella prima metà del 1800 hanno ricevuto una nuova
decorazione rigorosamente neo classica o meglio “pompeiana”.
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Il Palazzo e' aperto previa
prenotazione - Email:
grisa@palagrisa.it
- Si organizzano Eventi Culturali,
Mostre, Cene di rappresentanza,
Convegni, Visite Guidate a
Ferentino, Alatri, Veroli, Anagni |
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Nascono cosi' le prime collezioni diverse, dai lapidari di
fortuna allestiti nei vescovadi come la collezione Cayro di S.
Giovanni Incarico, oggi acquisita dal Museo Nazionale Romano,
alla Collezione Giorgi di Ferentino, ancora oggi in loco,
rigorosamente studiata dal suo creatore Alfonso Giorgi,
collaboratore di T. Mommsen nella pubblicazione delle epigrafi
di Ferentino.
Nel Palazzo di
Via Consolare visse, tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800,
il colto ecclesiastico Don Vittorio Giorgi che dette alla casa
la veste neo classica e paganeggiante che ancora oggi si ammira.
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Video Documentario sul Palazzo a
cura di Airone, per la serie
"Ciociaria Land of Emotion" in onda
su Extraland - Conduce Loredana
Stirpe -
Youtube |
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La struttura ad archi (ora ciechi) del cortile centrale ha fatto
pensare a più studiosi locali che si trattasse del chiostro
della vicina chiesa del Salvatore, ipotesi questa suffragata dal
fatto che la stessa proprietà fosse stata in origine dei Frati
Conventuali di S. Francesco.
L’esterno della
facciata principale ha le forme dignitose dell’ottocento laziale
e dal portone antico, contornato da ottima cornice in
travertino, si accede al cortile sui cui muri sono inserite
qualcosa come 83 tra frammenti statuari ed iscrizioni classiche
tra cui campeggia in bella mostra una stupenda testa di Augusto.
I cippi e i frammenti più grandi, con capitelli romanici e resti
di fontane barocche, formano su un lato del cortile un rustico
capriccio.
Dalla scala principale si accede direttamente alla Sala
Gialla, distrutta in parte dal bombardamento alleato del 1944,
sulle cui pareti campeggiavano maestosi Trionfi di divinità analoghi a
quelli di Bacco e Cerere del suggestivo Salotto Verde.
Il pezzo forte della decorazione è però sicuramente
rappresentato dalla
meravigliosa
Galleria degli Dei che si affaccia sulla Via
Consolare.
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Questa
e' decorata da un ciclo pittorico raffigurante statue degli
dei
dell'Olimpo, incorniciati in un'architettura di colonne e tendaggi.
Mentre riquadri policromi con Ebe e Ganimede occupano i
due spazi sovrapporta.
Nell’archivio Giorgi–Roffi Isabelli, mentre si sono
trovati schizzi per la facciata del Palazzo e varie
piantine delle sale e dei locali seminterrati, non sono
state rinvenute deleghe di incarichi o fatture di
pagamento per le varie decorazioni e pitture.
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Angolo Nord - Vicolo Raonio |
Queste,
realizzate parte a tempera e parte a fresco, appaiono
databili, come i soffitti a cassettoni, tra la fine del
‘700 e i primi dell’800, ispirati, come detto, a più
celebri prototipi di scuola napoletana. In queste sale
la mobilia ha un fascino particolare; si ammirano
antichi pianoforti, tavoli, sedie e divani anni
settecento e ottocento, lampade e tende in stile. Il
tutto camminando su un pavimento a piastrelle quadrate
bicolori del 1500. Poi, sull’angolo più esterno, agli occhi del visitatore
appare una cappella con altare
consacrato.
Un
Palazzo dal fascino coinvolgente, dove il profumo della
storia si incontra con le bellezze artistiche, un
palazzo da scoprire, da studiare, da visitare...
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Cortile
Interno
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