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Decorazioni
Anche le
pareti, i pavimenti o i soffitti a Palazzo Giorgi-Roffi Isabelli
evocano storie, leggende e la moda di un’epoca. Di ispirazione
neoclassica, le decorazioni presentano affinità con le
abitazioni di fine ‘700, inizio ‘800 dello Stato Pontificio.
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Galleria degli Dei
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Malgrado
i segni lasciati da alcuni avvenimenti storici e naturali come i
terremoti o i bombardamenti della 2° guerra mondiale, il Palazzo
ha conservato la propria caratteristica struttura esterna e ha
preservato in gallerie, sale e stanze, decorazioni, affreschi e
simboli.
Il piano nobile è contraddistinto dalla grande Sala
Gialla, abbastanza centrale ed in seguito divisa, e dal
Salotto Verde che da' l’accesso alla Galleria degli Dei.
Questa Galleria, posta lungo l’asse della Via Consolare, è stata
oggetto del più importante intervento fatto alla fine del ‘700,
inizio dell’800, quando i proprietari Don Vittorio Giorgi e suo
fratello Giovanbattista Pietro hanno voluto fregiarla della veste decorativa
che ancora oggi, in parte, si è conservata.
La Sala Gialla, durante i bombardamenti del 1944, ha subito la
perdita della parete lungo Via Ierone ed a seguito dei gravi
danneggiamenti fu rivestita con carta da parati e divisa in due.
Sappiamo che sulle quattro pareti della Sala erano raffigurati
carri allegorici molto simili a quelli ancora conservati e
visibili nell’adiacente salotto verde.
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Salotto Verde -
Trionfo di Cerere
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Nel Salotto Verde osserviamo, sulla parete del
caminetto, il Corteo di Bacco, mentre sulla parete di fronte è
disposto il Trionfo di Cerere. Si tratta di repliche fatte da un
ottimo pittore decoratore, purtroppo anonimo, di originali
romani filtrati attraverso lodi cinquecentesche.
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Ottima la raffigurazione dell’Architettura che comprende la
Figura con il compasso in mano, sulla parete di destra, mentre
l’altra frontale (Figura appoggiata su un piedistallo) è una
bella replica della Musa Polimnia.
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Salotto Verde -
Dea
dell'Architettura
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La dimostrazione della maestria del decoratore è la
completezza delle cornici che comprendono le figure ed i disegni
dei soffitti. I dettagli permettono di datare il lavoro al
periodo del pontificato di Pio VI come le decorazioni del
Palazzo Braschi di Terracina.
Il fascino che emerge dalle decorazioni raggiunge l’apice con
la Galleria degli Dei, un ambiente lungo e stretto, con
tre finestre sulla Via Consolare, centrata sul portone del
palazzo, e per questo decorata con una splendida veste, particolarmente
sontuosa, del neoclassicismo dell’epoca.
Si immagina una grande architettura di colonne tra le quali
siano stati stesi dei tendaggi e tra le colonne sono ospitate le
statue dorate raffiguranti importanti personaggi dell’Olimpo.
Anche l’arredo rimasto è originale; si osservano le poltrone
concepite apposta per una galleria, come si soleva fare nelle
buone case di provincia.
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Galleria degli Dei - Ebe
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I dettagli migliori, nei quali possiamo apprezzare meglio le
doti dell’ignoto decoratore, sono da ricercare sulle due porte,
quella di accesso alla Cappella e quella della Sala Verde che
ben rappresentano Ebe e Ganimede coppieri degli dei.
Le varie divinità sono tutte tratte da originali abbastanza
famosi.
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Galleria degli Dei
- Ganimede
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La Minerva, ad esempio, è una replica molto libera della Tela Farnese,
ma anche le altre mostrano di essere state filtrate dall’arte
neoclassica del Canova. Possiamo notare un accorciamento dei
veli che da' un’aria settecentesca alle figure ritratte.
L’Apollo è stato affrescato sull’esempio dell’Apollo del
Belvedere reinterpretato in chiave settecentesca.
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Galleria
degli Dei - Apollo
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Un
bruciaprofumo, visibile nell’angolo morto, dimostra ancora una
volta la bravura dell’autore, più decoratore che pittore.
Non sappiamo se la Galleria fosse preesistente all’attuale
sistemazione o se facesse parte di un precedente edificio (tutto
il Palazzo Giorgi è un grande collage di edifici riuniti in
varie epoche), ma l’idea che questo ambiente fosse più antico
delle decorazioni è riscontrabile nel pavimento in maiolica del
XV o XVI secolo, realizzato probabilmente riassemblando le
gialle e le azzurre, alcune figurate, altre solo colorate. Si
può azzardare l’idea che molte di esse fossero state tolte da
pavimenti precedenti e rimesse in un ordine nuovo.
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