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L'Illustre Concittadino Alfonso Giorgi

Alfonso Giorgi (1824-1889)

Archeologo e Amministratore

Ferentinate

    Collezione Archeologica

 

   Varcata la soglia, il Palazzo Giorgi-Roffi Isabelli mostra le bizzarrie che destano stupore nei visitatori. Cosa attrae l’attenzione nel cortile del Palazzo? Una incredibile collezione epigrafica raccolta dallo stesso Alfonso Giorgi, studiata e apprezzata da eruditi e studiosi ottocenteschi come Mommsen o Ashby. Una collezione di reperti classici murati sulla facciata interna del cortile del Palazzo, rinvenuti in epoche diverse e sicuramente a partire dal 1846.

 

Colonna Miliare Romana

| Colonna Miliare Romana |

   Le sculture inserite nella Collezione Giorgi sono disposte secondo un sistema prevalentemente ornamentale, in base al gusto e alla visione povera dei palazzi romani del ‘700, come Villa Pamphili, Villa Medici, Palazzo Mattei. La provenienza di tutti i frammenti è di Scuola Laziale e Romana, ma si tratta spesso di rinvenimenti sporadici e di acquisti da antiquari e da collezionisti che si disfacevano di pezzi considerati di inferiore qualità. Il che vuol dire, ovviamente, che i reperti erano locali e, secondo l’epoca e lo stato di conservazione erano considerati non meritevoli di restauro, per cui fu ritenuto che l'unico utilizzo possibile fosse quello decorativo.

   E’ quanto avviene per i frammenti della Collezione Giorgi, per i quali si ignora l'origine del rinvenimento o dell'acquisto. I reperti sono stati posti in modo di far emergere dalla parete solo le parti lavorate del marmo.

 

    La loro posizione ne impedisce una analisi completa e tuttavia si pensa che il Giorgi abbia commesso un errore di valutazione relegando a funzioni prettamente decorative alcuni pezzi di notevole valore storico, artistico e culturale.

 

   Tre sono i ritratti marmorei più significativi. Due sono in un buono stato di conservazione, il terzo è orribilmente mutilato.

 

   Numerose sono le ipotesi sulla provenienza dei reperti; la più accreditata è quella che li vede rinvenuti nel territorio di Ferentino o da luoghi vicini. Questa ipotesi è confortata dagli interessi scientifici che il Giorgi coltivava in loco. Probabilmente solo un esame più approfondito dei pezzi può contribuire a rafforzare tale supposizione.

   La prima testa mostra la caratteristica del collo lungo; ciò indicherebbe che era inserita in una statua. E’ la tecnica artigianale tipica del mondo antico, quando si realizzavano statue uguali con volto diverso.

Testa dell'Imperatore Augusto

| Testa dell'Imperatore Augusto |

 

   E’ una testa giovanile, volto regolare, ciocche di capelli mossi. E’ di buona qualità, databile alla tarda epoca augustea.

 

   La seconda testa (quella mutila) è in un disastroso stato di conservazione. Si tratta di un altro ritratto augusteo con ciocche di capelli maggiori della prima.

 

   Potrebbe essere Gaio Cesare, figlio di Agrippa, nato nel 20 a.C. e morto nel 4 d.C.. Come extrema ratio, nel caso si provasse la provenienza locale, nei due ritratti di Palazzo Giorgi si potrebbero riconoscere due magistrati di Ferentino di età augustea. La possibilità che i due ritratti provengano dallo stesso luogo è la più plausibile in quanto i due illustri personaggi spesso erano effigiati assieme presso il teatro, il foro o i sacelli augustali.

 

Testa mutila e altri frammenti

| Testa mutila e altri frammenti |

   La terza testa è la perla di tutta la collezione. Rappresenta un fanciullo di circa tre anni con ciocche scomposte sul capo. Risalente all'età claudia, raffigura sicuramente un principe bambino. Trattasi forse di Gaio Cesare.

Testa di Augusto fanciullo

| Testa di Augusto fanciullo |

   Se tutti e tre i ritratti provenissero dallo stesso sito archeologico, questo assumerebbe una notevole importanza e ci si troverebbe di fronte ad un illustre sepolcreto imperiale.

 
             

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