Movimento Culturale G.R.ISA.
 | Chi Siamo |
 | Dove Siamo |
 | Percorsi Culturali |
 | Eventi in Programma |
 | Album dei Ricordi |
 | Dove Alloggiare |
 | Rassegna Stampa |
 | Libri in Vetrina |
 | Ferentino da visitare |
 | Contatti e Organigramma |
 | Links |
 
Indirizzi e Recapiti utili
 

L'Illustre Concittadino Alfonso Giorgi

Alfonso Giorgi (1824-1889)

Archeologo e Amministratore

Ferentinate

    Alfonso Giorgi

Archeologo e Amministratore ferentinate(7 marzo 1824 - 31 marzo 1889)

«Giusta di gloria dispensiera è morte»

"U. Foscolo"

 

Ritratto di Alfonso Giorgi

| Ritratto di Alfonso Giorgi |

   La ricorrenza centenaria della morte di Alfonso Giorgi offre l’occasione per «scoprire» e meglio conoscere un ferentinate di ieri inspiegabilmente dimenticato ed ignorato negli ultimi anni. Noto e apprezzato per i suoi meriti scientifici, fuori di Ferentino, nella sua patria ha avuto ben pochi onori e purtroppo né una via, una scuola o istituzione culturale e di studio ne perpetuano il ricordo presso la cittadinanza.

   Nel pomeriggio di domenica 31 marzo 1889 all’età di 65 anni, in Ferentino veniva a mancare il nostro illustre concittadino.

   Il «Popolo romano» del giorno seguente, lunedì 1 aprile 1889, così riportava: «Quest’oggi la città di Ferentino è stata colpita da una grave sventura. è morto alle 2,45 il cav. Alfonso Giorgi, nostro ottimo sindaco. Lascia largo rimpianto fra quanti lo conobbero per le sue nobili doti di mente e di animo». Era questo il testo di un telegramma redatto dall’allora sindaco Francesco Silvi che racchiude il dolore di una intera cittadinanza che aveva avuto modo di conoscere e di lodare la persona del Giorgi, uomo e studioso, che visse celibe tutta la sua esistenza consacrandosi agli studi prediletti, ma nello stesso tempo non appartandosi mai dalla vita pubblica.

Targa commemorativa Alfonso Giorgi

| Targa commemorativa Alfonso Giorgi |

   Dopo tre giorni di lutto cittadino, il 3 aprile venne tumulato nel nuovo cimitero, in un luogo rassomigliante più ad un «pozzo» che ad una tomba. Sono quest’ultime le parole che usa il consigliere comunale Antonio Martini, nella seduta del 22 luglio 1890, per descrivere il posto indecoroso dove era sepolto l'illustre concittadino. è in seguito a tale interpellanza che le spoglie del Giorgi furono collocate, il 1° ottobre 1890, in un degno sacello nella chiesa del camposanto dove tutt'oggi si trovano.

   Nel centenario della morte è doveroso ricordare degnamente un ferentinate che appartenne a quella generazione di studiosi che, a cavallo dell’unità d’Italia, alimentò la vita culturale e politica della provincia italiana.

   Egli nacque a Ferentino il 7 marzo 1824 da Felice e Anna Avanzi, ambedue rappresentanti di famiglie benestanti ferentinati; dopo aver studiato presso le scuole dei Gesuiti di Ferentino, il Giorgi segui il corso di giurisprudenza presso la Sapienza di Roma. Ben presto però si dedicò allo studio delle lapidi e delle iscrizioni ferentinati prima, e dei paesi vicini in seguito.

 

   Forse affascinato dai ritrovamenti presso la Fata, nel 1844 (all’età di venti anni), lo troviamo già in corrispondenza con gli studiosi di allora che da Roma chiedono a lui calchi e interpretazioni di tali frammenti ritrovati.  

 

    Tutto il suo ricco epistolario (formato da più di duecento lettere di vari studiosi, storici ed archeologi) fa capire e conoscere la personalità del Giorgi che in breve tempo entrerà in rapporto con i maggiori studiosi dell’epoca.

   Lo troviamo in contatto infatti con il p. Antonio Bresciani scrittore sulla «Civiltà Cattolica», con p. Raffaele Garrucci, con il grande scienziato Angelo Secchi, per non parlare poi del celebre epigrafista e numismatico Bartolomeo Borghesi e il noto archeologo Giovan Battista de Rossi. Teodoro Mommsen si rivolse a lui per leggere e quindi pubblicare le lapidi ferentinati sul Corpus Inscriptionum Latinarum. Divenne, nel 1851, anche Socio Corrispondente dell’Imperiale Istituto Archeologico Germanico e il Bullettino dello stesso pubblicò più volte suoi articoli.

Bullettino Istituto Archeologico Germanico - 1851

| Bullettino Istituto Archeologico Germanico - 1851 |

    Profonda era anche l'amicizia con il segretario dell’Istituto, Guglielmo Henzen, con il quale instaura un rapporto amichevole come testimoniano le 50 lettere tutt’oggi esistenti nell’archivio Giorgi di casa Roffi Isabelli.

Guglielmo Henzen

| Guglielmo Henzen |

   Per le sue ricche conoscenze antiquarie divenne ben presto punto di riferimento per la cultura ferentinate: la sua ricca collezione di epigrafi e di reperti archeologici, è meta di studiosi ancora oggi. Il suo intenso e fecondo impegno pubblico e politico gli comportò, nel 1863, la nomina a Cameriere d’Onore di Spada e Cappa di S.S. Pio IX, carica questa allora molto ambita cui potevano aspirare solo nobili o titolati dello Stato Pontificio.

Divise dei Camerieri Segreti di Spada e Cappa di Sua Santità Pio IX

| Divise dei Camerieri Segreti di Spada e Cappa di Sua Santità Pio IX  |

   La carriera politica di Alfonso Giorgi fu alquanto prestigiosa: lo troviamo eletto consigliere comunale fin dal 1850, consigliere provinciale per il distretto di Ferentino nel 1856 e gonfaloniere nel 1857. Eletto per ben tre volte a quest’ultima carica, la ricoperse fino al 1869.

   Con l’avvento dell’unità d’Italia, egli dapprima si pone in disparte, poi sarà nuovamente eletto consigliere comunale, fino ad assumere negli anni ‘80 la carica di assessore ai lavori pubblici e nel 1886 la carica di sindaco di Ferentino.

   Si può quindi affermare con tutta tranquillità che fu un profondo conoscitore della politica di Ferentino pre e post unitaria. La sua attività amministrativa oltre che dalle indubbie capacità personali, fu sostenuta da una vasta esperienza maturata in ambito, non solo provinciale, ma anche a livello di governo centrale.

  

 

    La città di Ferentino si presentava allora con vie dissestate, stalle in città, senza acqua e illuminazione, e il suo ideale era di concorrere a fare della sua città un paese civile e vivibile.

   Non a caso quando nel 1864 propone la nuova illuminazione della città, passando dall’olio al petrolio, fa una relazione economica invidiabile per l’epoca sia sui costi che sulle procedure, parlando della importazione dagli Stati Uniti che è più vantaggiosa di quella dal Canada e riferendo della produzione di greggio dell’Armenia migliore di quella dell'isola di Trinità.

    Con il Pontefice parla della costituzione di una Cassa di Risparmio per «promuovere una lodevole economia domestica presentando un’occasione, specialmente alla classe più povera, di non dissipare il frutto del lavoro».

     La sua grande opera pubblica, però, resta la conduttura dell’acqua potabile. è questo un argomento che egli affronta fin dal 1862 e che lo vedrà impegnato con tutte le sue forze, da gonfaloniere ma anche da semplice consigliere, fino al 1867, anno in cui l’acqua fece la sua prima apparizione sulla piazza dell’acropoli di Ferentino.

Monumento funebre di Alfonso Giorgi

| Monumento funebre di Alfonso Giorgi |

   Per realizzare tale grandiosa opera, egli ricorre al valente aiuto del p. Angelo Secchi e dell’ing. Statuti, capo della Sezione Idraulica del Ministero dei Lavori Pubblici. Anche per tale opera egli relaziona su quanto di più moderno si possa trovare; saputo di una conduttura in ghisa costruita in Inghilterra, egli si mette in contatto con Glasgow, tant’è vero che nel marzo 1867 viene in Ferentino per gli ultimi dettagli, il fonditore inglese Francis Edwards, al quale si commissionano i tubi che giungeranno nel porto di Civitavecchia il 30 giugno 1867. Sono questi gli anni in cui Ferentino è colpita per ben due volte dal colera, terribile malattia che uccideva, e Alfonso Giorgi accelera i lavori dell’acquedotto anche ricorrendo alle proprie finanze personali, poiché tale malattia, egli dice «è dovuta anche alla scarsezza dell'acqua».

   Tanto gli era a cuore il problema dell’igiene e della salute pubblica, che venti anni dopo, nel 1887, con la carica di sindaco, egli propone per prima cosa la costruzione della rete fognaria e dei pozzi neri. In seguito delibera la costruzione di un nuovo mattatoio fuori del centro storico (il vecchio era in Piazza della Catena), di un carcere mandamentale e la prosecuzione dei lavori per il cimitero.

   Non ultima è la sua preoccupazione circa le strade suburbane. Oltre ad essersi negli anni indietro preoccupato della nuova strada di Fresine (che poi era quella che conduceva alla stazione ferroviaria), egli in questi anni si adopera per la sistemazione della strada che conduce a Fumone (poiché si reca anche in Porciano) e quell’altra di S. Cecilia per la quale si annuncia un consorzio fra Ferentino, Alatri e Veroli.

   Emerge dunque dalle testimonianze che il Giorgi ci ha lasciato, la visione di una vita esemplare di studioso, di aristocratico uomo di provincia e di eccellente politico che a cento anni dalla sua morte è bene ricordare con le stesse semplici parole dettate dagli amministratori dell’epoca per la memoria sepolcrale «dell’illustre Sc(i)enziato cav. Alfonso Giorgi lustro e decoro di questa città».

 
             

Sei su || Alfonso Giorgi

| 1024x768 - © Copyright GRISA |